Giovedì 7 e venerdì 8 giugno 2018 è andato in scena Afrobytes, evento annuale dedicato alla tecnologia e all’innovazione africana.
A Parigi erano attesi oltre 1.000 partecipanti e 100 speaker di 40 differenti nazionalità: imprenditori, manager, investitori, innovatori e media.
L’obiettivo dell’evento era ed è costruire ponti capaci di generare valore sia in Africa che in Europa.
Gli organizzatori, l’imprenditrice di origine somala Haweya Mohamed e Ammin Youssouf (nato alle Comore), ci tengono a sottolineare che Afrobytes:
è molto di più di una semplice conferenza.
Il modello è quello del ‘marketplace’: interazione, networking e avvio di relazioni di business.
L’attenzione per le nuove aziende tecnologiche africane sta indubbiamente crescendo: la scorsa settimana proprio a Parigi Emmanuel Macron ha annunciato un’iniziativa di AFD (agenzia di sviluppo francese) da 65 milioni di euro in seed funding dichiarando:
le startup africane hanno energia ma i tradizionali attori dell’aiuto allo sviluppo e gli investitori non si sono ancora adattati. Noi stessi siamo troppo lenti, troppo esitanti
Macron si è augurato che l’importo possa “decuplicare grazie al contributo di privati”.
Cifre significative negli ecosistemi africani, dove le startup hanno raccolto circa 477 milioni di euro nel 2017 (+50% rispetto all’anno precedente). Un po’ meno in assoluto visto che, nello stesso periodo, le startup europee hanno raccolto oltre 20 miliardi.
Ma se c’è una cosa certa è che i founders africani non si arrenderanno e, un passo alla volta, arriveranno a costruire imprese in grado di operare su scala globale.
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