Dalla Bocconi al Lago Vittoria: la storia di Federico Tonelli

Studiare finanza in Bocconi e scegliere l’Uganda come destinazione per lo stage non accade spesso. Ancora meno ritrovarsi, tre anni dopo, ad allevare tilapie su un’isola del Lago Vittoria!

Questa è l’avventura di Federico Tonelli, ventottenne originario di Riva del Garda (TN).

Arrivato a Kampala per un tirocinio con Italia-Uganda Business Club, sceglie di restarci prima come manager per un’azienda italo-ugandese poi come imprenditore, entrando in iFishFarm, piscicoltura ad alto tasso tecnologico evoluzione di un progetto di Fondazione AVSI finanziato da Fondazione Cariplo.

Complimenti Federico! Come sei arrivato in Uganda?

Sono arrivato qui a Kampala grazie a Roberto Randazzo, mio professore in Bocconi e Console Onorario dell’Uganda in Italia.

Vinto dalla mia insistenza il professore mi trovò uno stage in collaborazione con l’Ambasciata Italiana.

Sei mesi passati a seguire lo sviluppo di un’associazione composta da una ventina di imprenditori italiani nel paese. La maggior parte di loro arrivati circa venti anni fa, quando l’Italia era paradossalmente più attiva a queste latitudini.

Dovevo restare pochi mesi in un Paese che mi incuriosiva pur sapendone ben poco (neanche bene dove fosse!) quattro anni dopo… l’avventura va avanti!

Di cosa ti sei accorto durante lo stage?

Lavorando con gli imprenditori italiani che vivono in Uganda ho compreso le immense opportunità di questo contesto.

A contatto con le ONG, mi sono reso conto di come l’attenzione alle persone e alla sostenibilità sia l’unico modo per costruire davvero una solida reputazione e ottenere ottimi riscontri sul mercato.

Ne sono tutt’ora molto convinto!

Come è nata iFishFarm?

iFishFarm è nata da un programma di AVSI per favorire l’occupazione giovanile a Bugala Island, una delle isole dell’arcipelago delle Ssese, sul Lago Vittoria.

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Negli anni i cooperanti hanno riscontrato l’interesse dei locali per l’allevamento del pesce più diffuso in questa regione, la Tilapia.

Io e i miei soci (un altro imprenditore italiano di base a Kampala e una società di consulenza locale) abbiamo guardato i numeri e deciso di avviare l’azienda, che concepiamo come unavera e propria “impresa sociale” per le importanti ricadute formative e occupazionali in un’isola bellissima ma priva di opportunità per i giovani.

Che ruolo ha la tecnologia?

iFishFarm si basa su Metajua un software sviluppato da un’azienda ugandese, che applica i Big Data all’agricoltura locale.

Rende possibile creare form personalizzati, per esempio sul consumo del mangime dei pesci, da cui derivare report, ad esempio sulla crescita dei pesci, e monitorare KPI aziendali supervisionando i dipendenti senza bisogno di essere costantemente sul posto.

Veramente un’App fantastica! Ne sentiremo sicuramente parlare anche fuori dall’Uganda 😉

Che entità di investimento è stato necessario per iniziare?

L’avvio dell’attività è stato finanziato inizialmente dal programma di cooperazione di cui accennavo, ma fin dal principio io e i miei soci abbiamo investito nostre risorse (finanziarie e tempo).

Dopo circa 18 mesi, siamo ad un passo dal ricevere un investimento importante che ci consentirà di espanderci come mai avevamo creduto fosse possibile!

Ad oggi abbiamo otto dipendenti locali e questo è solo l’inizio. Il piano è di arrivare a 200 nei prossimi quattro anni.

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L’ostacolo più difficile da superare? La soddisfazione più grande?

All’inizio l’aspetto più frustrante è stato che, per ragioni economiche, non potevamo andare spesso sull’isola visto che ci vogliono ben quattro ore da Kampala.

Ora possiamo permetterci un viaggio alla settimana e, a breve, vivremo li a rotazione!

La soddisfazione più grande è vedere, in poco più di un anno, quanto sono migliorate le persone con cui stiamo lavorando e quanto, a loro volta, siano state loro a migliorare noi stessi.

Sembra la solita frase, me le differenze da colmare erano enormi, era difficile anche solo comunicare. Abbiamo fatto passi da gigante.

Un errore che vorresti evitare se potessi tornare indietro nel tempo?

Avrei rischiato ancora di più per trascorrere più tempo sull’isola. Con il senno di poi è facile, quando hai un budget da rispettare meno.

Dove e come ti vedi tra dieci anni?

In Uganda, con due o tre farms! Però tornando più spesso in Italia. Ad oggi non rientro da oltre nove mesi!

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Un consiglio a un giovane che volesse seguire le tue orme?

Vieni qua, trova i contatti giusti per capire il mercato e fare le proiezioni finanziarie accurate, scrivere un buon business plan e partecipare alle “call for proposals” che sono costantemente pubblicate dalle organizzazioni internazionali.

Agroalimentare e tecnologia sono le parole d’ordine, qui hai veramente la possibilità di rendere i tuoi sogni realtà!

Un libro che ti ha aiutato a orientarti in Uganda?

L’intramontabile Ebano di Kapuściński… ma soprattutto la mappa di Kampala e tanti giri con i boda-boda (i moto-taxi locali)!

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A te non costa nulla.

Potresti aiutare tanti giovani (bocconiani o non LOL) a guardare ad altri orizzonti anziché finire dritti in una BIG 4 della consulenza o in banca!

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Le prime tre foto (splendide!) sono di Georgina Minatti per Rawmaterials. Le altre di Federico.