Arrivano anche in Italia le Enda, prime scarpe da running prodotto nel Paese dei più forti maratoneti del mondo: il Kenya.
L’azienda è stata fondata nel 2015 da Navalayo Osembo, imprenditrice keniana e attuale CEO dell’azienda, e da Weldon Kennedy, il co-founder.
Toccando le mie due passioni (atletica e imprenditoria) e il primo Paese africano in cui ho lavorato (Kenya) ho scelto di prendere questo caso studio per ricordare tre lezioni chiave per chi, come te, è imprenditore o sta per diventarlo.
Se vuoi ampliare la riflessione su questi tre aspetti e massimizzare il tuo network africano ti invito, finito l’articolo, a iscriverti al nostro gruppo Facebook privato.
Ma ora vediamo le 3 lezioni chiave. Pronti? ViA!
1. Made in Africa. Si, ma…
Le Enda sono progettate e assemblate in Kenya ma i suoi componenti vengono realizzati in Asia.
Semplicemente perchè, oggi come oggi, nel Paese non esiste una filiera manifatturiera in grado di produrre da zero un oggetto di questo tipo.
Il Made in Africa è un trend in crescita che non puoi ignorare.
Ma tendenzialmente oggi ha senso solo come fattore chiave di posizionamento (vedi terzo punto).
Non come leva di costo.

2. Crowdfunding = prevendita
Il primo lotto di produzione è stato realizzato con una campagna di crowdfunding.
Ancora oggi Enda spinge a pre-acquistare il prodotto da Kickstarter.
Crowdfunding è una di quelle “paroline magiche”, spesso evocata anche nel nostro gruppo FB, che significa qualcosa di tanto prosaico quanto cruciale per una buona gestione finanziaria: prevendita.
Incassare prima di realizzare il prodotto consente di evitare i due demoni capaci di mandare gambe all’aria qualsiasi business:
- invenduto: trovarsi il magazzino pieno di merce da dover “svendere” a fine anno (magari con i Saldi)
- Cash Flow: avere quindi un bel bilancio ma il conto corrente a zero (quindi non poter pagare collaboratori, fornitori, fare investimenti, ecc.)
Non è mai abbastanza ricordarsi che “Cash is King” e organizzare il tuo modello di business conseguentemente.
Altri approcci al crowdfunding (del tipo “aiutateciii!”) porteranno, invece, dritti al fallimento della tua campagna.



3. Posizionamento differenziante o morte
Enda, che è una piccola impresa, non si sogna di fare concorrenza frontale ai colossi del settore (duopolio Nike/Adidas).
Magari blaterando di rapporto-qualità-prezzo ovvero:
Le nostre scarpe sono migliori e… costano meno!
Piuttosto Enda fa leva sulla propria unicità. Su qualcosa che gli altri non hanno. Sul proprio vantaggio.
Ovvero essere radicate culturalmente al Kenya, Paese a dir poco “leggendario” per qualsiasi appassionato di running come il sottoscritto.
Fare impresa, essere imprenditori, è uno sport competitivo. Anche se “sociale” (ENDA è certificata B-Corp), ecosostenibile (utilizza materiali riciclati), ecc.
In altre parole, posso fare quello che gli altri (concorrenti, diretti e indiretti) mi consentono di fare.
Chi ignora questo dato deve, ahimè, prepararsi a chiudere.
In particolare nei tempi duri che ci attendono.
Se farai leva sulla tua unicità, viceversa, potrai crearti nel tempo il TUO mercato. La tua base di fans sfegatati.
Prosperando e difendendoti dai concorrenti che, prima o poi, arriveranno.



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