Da settimane in Nigeria si manifesta contro la violenza della polizia con #EndSARS (Special Anti-Robbery Squad).
Più in generale, nel più grande Paese africano è esplosa l’insoddisfazione per un sistema corrotto e inefficace.
I fatti in breve
Le proteste in Nigeria, in corso da tempo, hanno ricevuto il supporto di celebrità sportive e della musica facendo rimbalzare il tema sui social di tutto il mondo.
L’11 ottobre il presidente Buhari ha smantellato SARS istituendo una nuova unità.
Per i manifestanti si tratta di semplice cosmesi e la protesta è proseguita con queste cinque richieste:
- il rilascio immediato di tutti i manifestanti arrestati
- giustizia per tutte le vittime della brutalità della polizia e una compensazione per le loro famiglie
- la creazione di un organo che indaghi su tutte le denunce a carico della polizia
- un esame psicologico di tutti gli ex SARS prima che questi assumano nuovi incarichi
- un aumento dei salari dei poliziotti, affinché proteggano i cittadini e le loro proprietà
La situazione è degenerata negli ultimi giorni con la repressione delle forze di sicurezza che hanno più volte sparato sulla folla, uccidendo decine di manifestanti.
Ecco tre spunti per ragionare.
Una rivolta dei giovani della Middle Class
Sostenuta da larga parte della grande diaspora nigeriana nel mondo (oltre 1,5 milioni), la protesta nasce nei giovani della classe media (studenti, professionisti, giovani imprenditori), in grande espansione in Nigeria come in tutta l’Africa.
Il crollo del prezzo del petrolio (di cui la Nigeria è primo produttore africano) e in generale le difficoltà economiche correlate alla pandemia, hanno fatto deflagrare un’insoddisfazione che covava da tempo.
È importante notare come chi non possiede nulla (es. commercianti di strada, mototaxi, lavoratori alla giornata), non può permettersi di non lavorare per giorni. In più casi si accusa la polizia di aver assoldato nullatenenti per far degenerare le proteste in saccheggi e incendi.
Il Fintech nigeriano diventa grande
Proprio in questi giorni è arrivata notizia che Stripe (concorrente di PayPal) ha acquisito Paystack, azienda nigeriana di servizi di pagamento fondata nel 2015 da Ezra Olubi e Shola Akinlade.
I termini dell’accordo non sono stati divulgati, ma si parla di oltre 200 milioni di dollari.
La più grande acquisizione di startup in Nigeria è il segnale che stanno nascendo da zero nuovi settori economici che, a differenza di quelli tradizionali (petrolio in primis), non sono monopolizzati dai politici.
L’emergere di una generazione di giovani imprenditori africani con visione internazionale e risorse a disposizione cambierà, volenti o nolenti, i fattori in gioco.
- crea posti di lavoro
- paga tasse.
La chiave di volta del diritto
In Nigeria, come in tanti altri Paesi africani, lo Stato-Nazione è un’eredità dell’epoca coloniale e possiede ancora procedure e personaggi che negano la dignità del cittadino comune.
Nessun uomo libero può essere arrestato, imprigionato […] o danneggiato in alcun modo, eccetto dal giudizio legale dei suoi pari.
Nel 1679 con il cosiddetto “Habeas corpus act” divenne legge dello Stato garantendo la sussistenza di precisi presupposti giuridici per poter limitare la libertà di una persona, salvaguardando la libertà individuale contro l’azione arbitraria dello Stato.
Riconoscere che ogni vita umana è degna e non può mai essere un mezzo. Ma solo un fine.
Che fare, dunque?
Personalmente ritengo che la grande leva “rivoluzionaria” in Africa oggi sia… pagare le tasse!
Fare impresa, pagare correttamente collaboratori e imposte è la base del consolidamento di uno Stato moderno.
Non c’è “aiuto allo sviluppo” che tenga. Filantropia, beneficienza, volontariato, ecc.
Pretendere dallo Stato che faccia il suo dovere, visto che lo paghiamo!
Ti ringrazio se condividi e posti nei commenti approfondimenti, articoli o spunti utili per capire meglio la situazione in Nigeria. Poi ti aspetto nella community VadoinAfrica Network.