Ci sono almeno cinque motivi per cui, nei prossimi anni, l’Africa diventerà sempre più importante.
Prima di passarli in rassegna, una premessa: non fidarti mai di chi parla genericamente di “Africa”.
Utilizzare categorie uniformi per un continente (non “un Paese!”) composto da 54 Stati sovrani, un miliardo e 200 milioni di abitanti e oltre 2.000 lingue differenti vuol dire semplificare davvero troppo. Un approccio da usare solo in alcuni casi particolari.
Come questo post.
Per quanto infatti la realtà sia complessa, credo sia possibile identificare almeno cinque fatti per cui il futuro sarà africano (almeno tanto quanto è già asiatico).
Provo a elencarli, senza pretesa di essere esaustivo. Se ne vedi altri commenta sotto:
1. Un territorio a dir poco immenso
Gli Stati Uniti e la Cina sono noti per la loro vastità. Bene, entrambi si estendono su circa 9 milioni e mezzo di chilometri quadrati.
L’Africa?
Vale più di 30 milioni di chilometri quadrati!
Serve il colpo d’occhio immediato?
Che dire? Una zona del mondo semplicemente enorme.
Si stima che contenga oltre il 65% delle risorse naturali dell’intero pianeta (per capirci: oro, petrolio, rame, ferro, bauxite, terre rare, ecc.) e una risorsa immensa: la terra coltivabile. Si parla di 39 milioni di ettari di potenziali terre agricole, di cui oggi solo il 25% è coltivato e il 5% irrigato.
Questo spiega anche le mire “neocoloniali” dei grandi poteri economici sul continente e, in maniera più o meno indiretta, una bella fetta delle guerre in corso.
Per tanti motivi, la produttività agricola in Africa è ferma a un terzo di quella asiatica o sudamericana a causa della ridottissima meccanizzazione. Per capirci, ci sono più trattori agricoli nella sola Thailandia che in tutta l’Africa Subsahariana!
Cosa succederà con la sua graduale crescita?
(Per approfondire le fonti guarda FAO e AfDB)
2. Una popolazione giovanissima…
La giovane età degli africani è uno dei pochi luoghi comuni che si rivelano veri.
Meno semplice è riuscire a quantificare. Giusto per dare un ordine di grandezza, l’Italia ricoprire il poco invidiabile terzo posto di paese più anziano del mondo con una media di 44,5 anni!
Beh, l’Africa è un teenager fermandosi a… 19 anni e mezzo!
Il 70% degli africani ha meno di 30 anni!
Prova a immaginare cosa significa in termini di:
- propensione al rischio
- voglia di vivere, e provare a stare meglio in futuro
- rapidità dei cambiamenti sociali e culturali
È qualcosa di arduo da calcolare e rappresentare in dati statistici, ma facile da sperimentare trascorrendo qualche ora in qualsiasi quartiere popolare di una grande città africana.
Poco importa che si tratti di Nairobi, Dakar, Abidjan o Kampala: tutte pullulano di giovani, anche perché i pochi anziani scelgono di rientrare al villaggio quando non sono più in grado di mantenersi in città.
Questa per esempio è una foto di Kabiria, il quartiere di Nairobi dove ho abitato nel 2008-09.
Almeno 8 persone su 10 (nella foto, ma ti assicuro anche nella realtà!) sono under 30.
Per approfondire segnalo UNESCO… o Google!
3. …e in crescita vertiginosa
Una diretta conseguenza del punto precedente (e dell’allungamento della vita media) è che l’Africa è l’unica zona del mondo che avrà una significativa crescita della popolazione nei prossimi 50 anni.
Dagli attuali (almeno, probabilmente già parecchi di più) 1,2 miliardi la popolazione raddoppierà raggiungendo i 2,4 miliardi nel 2050 arrivando, a fine secolo, alla cifra stratosferica di 4 miliardi di abitanti!
In termini relativi stiamo assistendo a una trasformazione da un mondo con il 10% di africani (1950) ad un quarto della popolazione globale africana!
Già oggi ogni anno entrano nel mercato del lavoro circa 10-12 milioni di giovani africani, a fronte di non più di 3 milioni di posti di lavoro disponibili. Il fenomeno dell’economia informale rappresenta così la spina dorsale di tutto il continente, ponendo enormi sfide agli Stati africani.
Credo non servano ulteriori analisi per rendersi conto dell’enormità delle questioni economiche, sociali e ambientali in ballo.
Siamo in un momento di enorme dinamismo, tra l’entusiasmo del notevole “dividendo demografico” (aumento della quota di popolazione attiva) e i rischi di una potenziale bomba a orologeria da parte dei tanti giovani che non percepiscono benefici diretti anche in presenza di indicatori macroeconomici positivi (vedi punto seguente).
4. Un’economia che si espande da 15 anni
L’intera economia africana vale oggi solo il 3% del PIL globale. Allo stesso tempo registra dai primi anni 2000 una costante crescita economica (4-7%).
Nel 2015 il continente è cresciuto mediamente del 4,6%, un valore superato solo al 5,7% del Sud-Est asiatico (dati Banca Mondiale). L’anno successivo c’è stato un forte rallentamento (1,6%) dovuto al calo dei prezzi delle materie prime.
Ma i segnali sono di forte resilienza: è assai improbabile che le economie africane smettano di crescere.
PS. Comunque il PIL è un indicatore non privo di limiti, in particolare in economie ancora molto informali. Pensa che la Nigeria, nel 2014, cambiando la modalità di conteggio ha visto il suo PIL crescere dell’89% in un anno!
Il trend resta costante. Così come, con luci e ombre, il processo di diversificazione economica che ridurrà nel tempo la dipendenza dall’esportazione di materie prime.
5. Meno guerre, meno malattie e più istruzione
Nonostante si possa pensare il contrario il continente africano (come il resto del mondo, peraltro) ha registrato, negli ultimi venti anni, un’importante riduzione dei conflitti armati.
Non è certo mia intenzione tacere le tragiche crisi in corso (in ordine sparso, il Sud Sudan, la Somalia, la Repubblica Centrafricana, la Libia, il nord-est della Nigeria, ampissime zone della RD Congo, il nord del Mali e buona parte della fascia del Sahel). Ma il dato innegabile è il relativo declino dei conflitti.
Tutti i principali indicatori sociali sono migliorati, anche se con notevoli disuguaglianze tra Paesi e tra classi sociali.
Una visione d’insieme? Guarda questa galleria tratta da Africa in Data:
Non è semplice rendersi conto dell’impatto di queste trasformazioni (la più impressionante, dal mio punto di vista, resta quella demografica).
Sicuramente conviene cancellarsi dalla testa l’immagine di un continente immobile e fuori dalla storia. Il mondo di domani, ben più che a New York e Londra, si sta costruendo proprio oggi a Lagos, a Kinshasa e a Luanda.
Come esserne parte? Come mettere a frutto la creatività italiana con l’energia di questi contesti?
Per quanto mi riguarda proverò, un post dopo l’altro, a fornire idee e spunti.
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Fonti delle immagini: elitebusinessmagazine.co.uk; kai.sub.blue; Global Post; UNICEF; kizito.org; Economist; Wikimedia; sustainablesecurity.org
Io vorrei dire che Africa specialmente Kenya ci sono le persone piu belle e intelligente no potrebbe immaginare che con le condizzioni dure noi posiamo soprevivere a diventare gente capace di mantenere la famiglia e educare i bambini finalmente quelli che hanno manegiato soprevivere si vivono molto bene come in europa tutto dipende del focus si gli europei vivono in condizioni come noi forse no possono vivere un mese.
Asante sana Benny for your comment! Yes, I know very well that, despite all challenges, you are able to raise your family and invest in a better future for your children. We wazungu are indeed quite weaker. Anyhow, I believe in increasing linkages among our countries to create opportunities for all. Kind regards
Interessante, però penso anche che sia molto difficile fare previsioni sul 2100 , penso ad esempio previsioni nel 1915 della popolazione mondiale nel 2000 , quante cose sono successe delle quali non si poteva essere a conoscenza, ed oggi le cose cambiano molto in fretta, poi l’aumento dell’istruzione probabilmente porterà ad una diminuzione del numero di figli per donna, in parte lo sta già facendo e mi sembra che il Kenya sia uno dei paesi africani che più degli altri ha avviato la transizione demografica … detto questo i 2,5 miliardi abitanti circa del 2050 costituirebbero sicuramente una popolazione molto importante, anche se l’Africa non sarebbe nemmeno così sovrappopolata vista la sua estensione , non avrebbe problemi di eccessiva densità di popolazione
Certamente Nicola, nessuno è futurologo (neanche l’ONU). Senza dubbio l’Africa NON rischia di essere sovrappopolata. Anche con 2,5 miliardi tornerà semplicemente al peso % che aveva prima di colonialismo e tratta degli schiavi a livello globale.
Io sono un ragazzo senegalese vivo in Italia da 10anni. In Africa ce tante opportunità. Io sto cercando un partenaria sul calcio ho tanta opportunità in Africa sul calcio e sul immobiliare
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Usmane
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