“Ma chi ci va in Africa?!”
Diciamocelo subito: l’Africa non è la destinazione preferita degli italiani che decidono di lasciare il Belpaese.
Anzi, secondo le più recenti statistiche, l’Africa è il continente che ospita il minor numero di italiani all’estero, superato anche dall’Asia.
Non stupisce, considerando come ne parlano (male) i media italiani: solo migranti, guerre, malattie, catastrofi naturali e povertà.
Chi è così matto da volersi trasferire in un posto del genere?
Eppure, nel 2021 i connazionali stabilmente residenti in Africa erano oltre 71 mila, con un +8% rispetto a cinque anni prima.
Questo dato non tiene conto di chi, pur vivendo in Africa, risulta ancora fiscalmente residente in Italia per molteplici ragioni. Un numero che potrebbe essere considerevole – basti pensare ai diplomatici o agli expat inviati dalle imprese italiane per missioni di breve/medio periodo – anche se difficile da stimare.
Se comparati agli emigranti in Africa provenienti da altri Paesi europei – non solo i francesi (oltre 500 mila persone), ma anche chi proviene dal ben più piccolo Portogallo (87 mila) – gli italiani in Africa restano una comunità di dimensioni limitate.
Ma in continua crescita.
Italiani in Africa – dove si trovano?
Non sorprenderà sapere che la presenza degli italiani è tutt’altro che omogenea nei 55 Paesi africani.
Si concentra piuttosto in pochi Paesi.
Se per alcuni la geografia basta a spiegare, per altri è la cultura. Ma ci sono alcune eccezioni.
Fra gli italiani in Africa, oltre 4 su 5 abitano in questi sette Paesi:
- Sudafrica, di gran lunga il rappresentativo, con origini ormai storiche
- Tunisia, Marocco ed Egitto nella fascia mediterranea
- Senegal, dove ogni anno il numero di concittadini residenti aumenta di oltre il 15%
- Kenya ed Etiopia in Africa Orientale.
A livello di trend, oltre alla crescita degli italiani in Senegal passati, negli ultimi cinque anni, da 1.249 a 2.200, colpisce la crescita nei Paesi del Nordafrica.
Dal 2017 ad oggi, circa 1.600 persone hanno scelto di risiedere nella vicina Tunisia, oltre 1.200 in Marocco e circa 700 in Egitto.
Parliamo di una crescita dell’8% negli ultimi cinque anni, inclusi due di pandemia.
Cresce la presenza italiana anche nell’Africa insulare (Mauritius e Madagascar) e in altre tra le economie più promettenti (Ghana, Costa d’Avorio e Mozambico), mentre è la Nigeria il Paese che vede partire il maggior numero di Italiani (circa 200), nonostante l’importanza a livello regionale.
Chi è l’italiano in Africa?
I dati pubblicati annualmente dalla fondazione Migrantes consentono anche di stilare un breve identikit dell’italiano in Africa.
Da questo si può innanzitutto notare come la distribuzione di genere sia piuttosto egualitaria fra uomini e donne – un dato che probabilmente cozza con lo stereotipo che l’Africa sia un luogo troppo duro per le fanciulle.
E’ anche interessante rilevare come circa tre residenti in Africa su quattro sono espatriati di lunga data (da almeno 5 anni) e uno su due da più di 10 anni. E
Il fatto che questo continente possa essere la destinazione di scelte di vita a lungo termine è confermato anche dal numero di cittadini italiani nati in Africa (ben due su cinque), pur nella consapevolezza che tra loro ci sono anche gli africani diventati italiani, tra i principali attori di una circolarità migratoria in netta crescita.
Infine, cresce anche il numero di italiani che scelgono di vivere il pensionamento in Africa (circa 3.600 nel 2020): in questo caso, ad attirare maggiormente sono le destinazioni con un clima più mite e un costo della vita più basso, come il Nord Africa.
Perché conoscere questi dati?
Da italiano trasferitosi in Africa oltre otto anni fa, mi sono spesso ritrovato a gestire reazioni comprensibili ma non giustificate tipo:
- l’incredulità dei miei amici che, all’annuncio della mia partenza, credevano che mi stessi arruolando nella legione straniera (!) in conseguenza di una relazione amorosa finita male;
- lo sgomento e quasi il fastidio di ex compagni universitari e conoscenti, quando condividevo con loro offerte di lavoro a Casablanca o al Cairo, manco gli facessi una proposta indecente;
- il timore negli occhi di una madre, amica di famiglia, quando ho parlato delle stesse opportunità lavorative per la figlia neolaureata.
I dati sull’esistenza e la crescita di numerose comunità italiane in questo continente mostrano che, dopotutto, la scelta di trasferirsi in Africa non è così strana, e neppure troppo eccezionale.
A prescindere dalle tante considerazioni di carattere personale, le ragioni per lasciare l’Italia possono essere tante:
- fare business in contesti a maggiori opportunità e minor oppressione burocratico-fiscale
- inseguire nuove opportunità lavorative
- studiare o fare ricerca scientifica
- o godersi una rendita con un costo della vita (relativamente) inferiore e meno stress.
Di tali possibili ragioni, i paesi africani ne offrono sempre di più e sempre di più valide.
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