Il settore animazione 3D è appena agli albori in gran parte dell’Africa, ma stanno aumentando in fretta prodotti e proposte.
Tra queste Bino & Fino, primo cartone con protagonisti e ambientazione africana, realizzato da EVCL, studio di Abuja (Nigeria) fondato dai fratelli Adamu e Ibrahim Waziri.
Abbiamo intervistato il primo, già architetto con una lunga esperienza londinese, per ripercorrere la nascita di questo progetto e comprendere meglio le dinamiche del settore animation nel più grande Paese africano.
Com’è nata la volontà di creare un cartone animato africano?
I bambini sono altamente impressionabili perchè la capacità di apprendimento del cervello umano è massima nei primi 6 anni. I cartoni sono dunque uno dei più potenti quando si tratta di modellare le menti.
A un certo punto della mia vita mi sono accorto che nessun personaggio dei cartoni esistenti offriva a un bambino africano un riflesso di sè. E nessuna storia presentava il continente al mondo senza caricature o stereotipi.
Ero sconvolto e stufo di vedere i bambini nigeriani guardare programmi che non riflettevano in alcun modo la loro vita e le loro esperienze.
In quel momento ho deciso di agire in prima persona.
Come hai lasciato Londra per avviare EVCL ad Abuja?
Non è stata una decisione netta. Ho sempre voluto tornare “a casa” ma non ho mai avuto un piano concreto. Nel 2007, per motivi personali, mi sono trovato a vivere tra Abuja e Londra per circa un anno. Ho iniziato così a seguire dalla Nigeria i miei clienti nel Regno Unito.
Quando mi sono accorto che era possibile, ho iniziato a rimanere in Nigeria per periodi sempre più lunghi, fino a lavorare completamente da qui.
Ma è una lunga storia…
Adamu Waziri, fondatore di EVCL
Com’è il settore delle animazioni in Nigeria?
È un settore vibrante e in grande sviluppo, anche se stiamo attraversando un importante cambiamento del mercato.
Tradizionalmente i clienti migliori erano gli spot per le grandi aziende. Ma la riduzione dei budget (a causa della crescente multicanalità) e le incertezze economiche rendono sempre meno interessanti questo tipo di lavori.
La tecnologia rende oggi possibile sperimentare nuovi modelli di business, tra cui il crowdfunding, e le piccole imprese nigeriane stanno poco alla volta comprendendo il potere dell’animazione. Questo ci sta aiutando molto.
Stiamo realizzando programmi per la TV, che è un altro buon mercato. E affianchiamo diversi artisti locali a promuoversi globalmente pur risiedendo in Nigeria.
Questa è una grande novità che trovo davvero emozionante.
Altre sfide incontrate nell’avviare e sviluppare la vostra attività?
Innanzitutto, i tanti ostacoli infrastrutturali di base che ogni impresa nigeriana deve affrontare.
Siamo stati penalizzati dai frequenti blackout e dal conseguente ricorso al generatore diesel. Poi abbiamo investito in un’impianto fotovoltaico: una delle migliori decisioni prese.
Inoltre abbiamo attraversato la difficoltà di trovare distributori, contrastare la pirateria e convincere gli sponsor a finanziare nuove produzioni. Un’attività complessa in quanto venivamo classificati come “troppo lenti” paragonandoci alla rapidità delle produzioni di Nollywood.
Non è stato banale trovare un’audience affezionata, considerato che molte famiglie nigeriane non hanno come questione priorità esporre i propri figli a un prodotto africano.
Ma un passo alla volta, imparando dagli errori commessi, abbiamo trovato un pubblico molto attento, tanto in Nigeria quanto nelle diaspore africane globali: dalla Svezia al Brasile, dal Regno Unito ai Caraibi.
L’ultima, importante, sfida per crescere è reclutare collaboratori qualificati, necessari per creare contenuti su vasta scala.
Ma anche questo sta, poco alla volta, migliorando.
Credits: EVCL Studios
Quali sono i vostri piani futuri?
Vogliamo creare nuovi spettacoli animati con uno scopo educativo per i bambini di tutto il mondo, con un focus africano.
La questione ambientale, per esempio, è un’enorme preoccupazione qui in Nigeria, il Paese più popoloso dell’Africa. Ogni anno produciamo oltre 5 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica e 50 miliardi di sacchetti, in gran parte dispersi nell’ambiente. Il governo sta cercando di promuovere il riciclaggio della plastica, ma siamo ben lontani da una soluzione.
Noi riteniamo sia fondamentale educare i bambini anche su questo tipo di questioni.
Siete alla ricerca di partner internazionali?
Già oggi collaboriamo con diversi distributori per far arrivare i nostri cartoni. Bino & Fino, ad esempio, è disponibile in 9 lingue. Viene trasmesso su diverse compagnie aeree, piattaforme educative, canali TV, musei e istituzioni scolastiche.
Siamo sempre alla ricerca di nuove partnership con licenziatari a livello globale.
Cosa consigli alla diaspora nigeriana (africana) che vuole tornare e investire in patria?
È una domanda molto difficile.
La prima cosa è probabilmente identificare i partner giusti.
Dipende da cosa si vuole fare ma, in generale, è importante non aspettarsi rendimenti rapidi a meno che non si faccia import/export.
La pazienza è fondamentale. Ad essere onesti, anche la capacità di operare la medesima due diligence in patria che si farebbe prima di investire in qualsiasi parte del mondo.
Questo weekend un’occasione per vedere Bino & Fino a Londra alla Royal Festival Hall:
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