Spesso un semplice viaggio può aprire fasi totalmente nuove della vita.
Nata e cresciuta a Milano, Elena Bellavite ha spostato il proprio studio di bio-architettura da Lugano a… Maun (nord del Botswana)!
Ma andiamo con ordine.
Raccontaci qualcosa del tuo percorso professionale
Dopo la laurea e l’esame di Stato avevo grandi aspettative. Ma trovare il mio posto nel mondo era ogni giorno faticoso.
A trent’anni mi sono messa in proprio aprendo il mio studio a Lugano ma anche lì spendevo tante energie senza vedere risultati.
Così nel 2014 ho deciso di prendermi un periodo sabbatico perchè volevo dimostrare a me stessa che, a differenza di quello che mi dicevano tutti, potevo farcela. Che il mio sogno era possibile.
E sono partita per il Botswana.
Perchè proprio il Botswana?
Si tratta di uno dei posti più straordinari del mondo: l’Okavango è l’unico fiume che sfocia in un deserto (il Kalahari). Ci sono dei parchi ma non sono delimitati e gli animali sono liberi nel loro regno (non è raro incontrare bufali, elefanti e ippopotami anche in città).
Cercavo poi un contesto anglofono dove poter migliorare il mio inglese.
A Maun, ho deciso che avrei voluto fermarmi.
È stato complicato ottenere il permesso di lavoro e registrarsi come architetto?
Molto macchinoso e difficoltoso. Ho dovuto affrontare almeno un anno e mezzo di burocrazia per tradurre, legalizzare e ottenere i permessi. Mi è costato migliaia di euro in voli su e giu da Milano.
Ma ero già abituata e sono stata più veloce di altri avendo già passato queste difficoltà pochi anni prima con la Svizzera.
Così nel 2016 è nato ArchIdea. Io sono di base a Maun mentre a Gaborone (la capitale) collaboro con Arianna Francioni, architetto e proprietaria del miglior ristorante italiano del Paese. Lavora con noi anche Bakang Mosweu, giovane architetto d’interni.
Com’è il mondo delle costruzioni in Botswana?
Semplice, nulla a che vedere con l’Europa. Materiali poveri ma qui la protagonista è la Natura. La mia sfida è creare il bello con la semplicità, cosa che altrove spesso scordiamo.
L’aspetto più difficile di questo contesto è trovare collaboratori tecnicamente preparati e superare i tanti possibili malintesi culturali con le maestranze. Innanzitutto una donna in cantiere è accettata con difficoltà. Non è mai scontato arrivare a costruire la fiducia reciproca necessaria per lavorare con successo.
Ad ogni modo la burocrazia in questo Paese è la metà di quella europea. Dunque si passa dalla progettazione alla realizzazione in tempi rapidi. Questo ti da grandi soddisfazioni perchè vedi crescere in fretta le tue creazioni.
Si possono effettuare tirocini presso ArchIdea?
Si, cerchiamo studenti nel campo delle costruzioni interessati a stage da 1-3 mesi (visto turistico), focalizzati sulla ricerca di nuovi materiali e metodi costruttivi. Un’esperienza creativa e di sicuro interesse per chi ha passione e curiosità. Offriamo la possibilità di alloggio.
Quali sono le opportunità più interessanti in Botswana?
Il Paese è piuttosto conservativo con i permessi di lavoro ma, allo stesso tempo, c’è grande fame di professionisti qualificati. Con una laurea in architettura non è stato difficile inserirsi.
Aprire un’attività è facile e poco costoso una volta superato lo scoglio del permesso di lavoro e residenza.
Quali sono i punti di forza del Botswana?
Il Botswana ha molti punti di forza: primo tra tutti un’economia solida e diversificata.
Il bello di questo Paese è che è poco conosciuto: non ha mai cercato di attrarre il turismo di massa, tant’è che puoi girare per giorni nei parchi nazionali senza incontrare nessuno se non gli animali selvatici.
Ci sono leggi restrittive per evitare la costruzione di lodge troppo grandi che avrebbero ripercussioni sulla natura. È un Paese meraviglioso, sorprendente!
Qui la gente per strada ancora si saluta anche senza conoscersi.
Come ti vedi tra dieci anni?
Bella domanda. Ovviamente il sogno di ogni architetto è quello di lasciare un segno indelebile nella storia e nel mondo.
Spero di essere in una bella farm nel delta dell’Okavango ma intenta a viaggiare spesso.
Mi piace riprendere l’ex presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, che un giorno ha detto:
se i sogni non ti spaventano allora non sono grandi abbastanza.
Beh, voglio sognare in grande. Poi si vedrà.
Mi farebbe anche piacere ritrovarmi a lavorare in Italia per un progetto in futuro.
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