Ghana Says Goodbye

La grande lezione di Ghana Says Goodbye

Credo che il mondo si possa dividere in due categorie.

La differenza emerge di fronte agli ostacoli che la vita ci pone davanti.

In ogni Paese al mondo, esiste:

  • chi si lamenta, restando paralizzato a sognare lo scenario ideale e migliore
  • chi si ingegna con quel che ha, trasformandolo in un’opportunità

Fortunatamente è possibile passare da una squadra all’altra. Non ci sono “selezioni” o “esami”. Ma serve il coraggio di guardarsi allo specchio.

Per spiegarti meglio cosa intendo, voglio raccontarti una storia che potrà cambiarti la vita.

Poi però me lo devi raccontare nei commenti.

In questi mesi sui social ti sarai sicuramente imbattuto nei meme #GhanaSaysGoodbye diventati virali ovunque al mondo:

Val la pena studiare com’è avvenuta la “globalizzazione” della Coffin Dance ghanese (danza dei becchini ai funerali) in particolare per chi si definisce, o vorrebbe diventare, imprenditore.

Perchè dico questo?

Dentro al nostro gruppo Facebook privato vedo troppi giovani (e non solo) che si riducono, novelli mendicanti 2.0, a scrivere post che puntualmente bannare.

Roba del tipo:

Ho tante idee, ma se non trovo un investitore che credaa in meeeeh non posso iniziare!

Quando poi mi capita di parlarci, mi tocca ancora sentire:

Molto bello ma… mi servono partner finanziari per sviluppare il mio progettoooooh!

Oppure imprenditori che capiscono bene le opportunità africane ma scuotono la testa dicendo:

Senza il supporto delle banche, è impossibileeh.

Senza poi commentare chi sostiene:

Se solo avessimo governanthi honestiiih, potrei diventare anch’io un grandhe imprendithoreeh!

Non ha alcun senso. E ora vi spiego il perchè.

Torniamo alla Coffin Dance.

Com’è nato questo fenomeno globale?

No, non è stato l’ONU. Neanche il presidente del Ghana o chissà quale mass-media.

Ma Benjamin Aidoo, 32 anni, fondatore di Nana Otafrija Pallbearing è un piccolo imprenditore (già portatore per pagarsi la scuola superiore) che ha iniziato ad utilizzare i social invece di farsi utilizzare.

Creando contenuto, anzichè consumandolo, ha intrapreso il percorso per posizionarsi come:

portatore-ballerino numero uno al mondo.

Non ha aspettato che qualcuno gli desse il permesso di farlo. Anzichè competere in nicchie già esistenti, ha creato il suo posizionamento differenziante.

Piuttosto che piagnucolare “la nostra tradizione non viene valorizzata” l’ha portata, con astuzia, davanti gli occhi del mondo intero.

GhanaSaysGoodbye nasce esorcizzando sui social le onde emotive profonde, così forti in questi mesi di Covid19, costruendosi una notorietà e, dunque, una coda di clienti potenziali (sia servizi funerari ma anche servizi da influencer) esponenzialmente superiore al mercato di riferimento dei concorrenti (i soli funerali in Ghana) e alla capacità produttiva della propria azienda.

Così facendo si è staccato da qualsiasi competizione sul prezzo e GhanaSaysGoodbye è diventato un fenomeno globale.

Da dove parte tutto?

Dal suo “perchè”, da una visione trascinante:

rendere i funerali la celebrazione della vita del defunto.

Conseguentemente, dal puntare ad un target (altospendente) ben definito:

Auguro a tutti una lunga vita ma, se ci fosse occasione, il mio sogno è quello di accompagnare nel suo ultimo viaggio Ronaldinho.

Sarebbe un grande tributo ad un ballerino del campo di calcio come lo è stato. E devo dire che, dopo di lui, vorrei accompagnare Diego Armando Maradona e Leo Messi”.

Con oltre 100 collaboratori e un manager (kenyano) che ne cura la prenotazioni a livello globale, volendo fare un po’ di ironia:

è pronto a fare cassa. In tutti i sensi.

Scherzi a parte, è un’ulteriore dimostrazione che NON sono i soldi a fare la differenza tra chi intraprende e chi resta fermo.

Ma la testa.

Se vuoi intraprendere, creare ricchezza per la tua famiglia, la tua comunità, il tuo Paese, cambiare il mondo c’è solo una strada che devi percorrere da oggi.

Non è “cercare un investitore”.

O peggio restare fermo per anni a “scrivere il giusto Business Plan”.

Non è fare corsi con parrucconi, burocrati e mandarini stipendiati che ti “insegnano l’imprenditoria”.
Non è “aspettare di essere fortunato” vincendo alla lotteria.

O fare il tifo per qualche politico sperando che, in un “mondo diverso”, troverai tappeti rossi e avrai “l’aiuto-delle-istituzioni”.

Il mondo può diventare diverso e migliore grazie a te.

Ma a nessuno frega nulla della tua impresa se non ci credi tu per primo.

Se ci credi devi prendere, da oggi, proprio quella strada che ti spaventa di più.

Come diceva il grande tennista Arthur Ashe:

Inizia dove sei. Utilizza quello che hai. Fai quello che puoi.

Zero scuse. Inizia a ballare.

Primo passo? Iscriviti al nostro gruppo Facebook privato e presentati.