La Tunisia è il Paese africano più vicino all’Italia: meno di 150km tra Capo Bon e Mazara del Vallo. Proprio per questo i due Paesi hanno innumerevoli legami sociali, culturali ed economici.
Negli anni, tanti imprenditori italiani hanno deciso di investire in Tunisia nei più svariati settori economici, con alterne fortune.
Per capire come investire in Tunisia, vista anche come una piattaforma panafricana, abbiamo intervistato Bianca Carlino e Sebastiano Giordano, fondatori di Alba Services, azienda che offre consulenza alle imprese italiane che vogliono investire in Tunisia.
Benvenuti! Qual è stato il vostro percorso prima di diventare imprenditori in Tunisia?
Bianca: laureata in lingue, arrivo in Tunisia la prima volta nel 2004 come studentessa, lavoro poi in Belgio, Libia, Egitto, Libano e Turchia nel campo della traduzione e dell’insegnamento. Traduco le poetesse arabe contemporanee Maram al-Masri (Siria) e Jumana Mustafa (Giordania).
Sebastiano: compositore e musicista fin da bambino, con la stessa caparbietà e creatività sono diventato field engineer di apparecchiature per emodialisi. Dopo anni di lavoro in Europa ho scelto la Tunisia come base per fondare la nostra azienda.
Come siete arrivati in Tunisia?
Bianca: Nel 2015 ero insegnante in Italia. Dall’insoddisfazione di quell’esperienza la volontà di cercare un futuro migliore, seguendo la richiesta dell’allora titolare di Sebastiano che voleva delocalizzare la produzione di dispositivi medici monouso in un Paese con costi più ridotti.
Dopo aver scartato il Senegal, a causa dell’assenza di aziende locali in grado di produrre in camera bianca ISO 8, pensiamo al Marocco. Ci rivolgiamo alle autorità italiane in loco e ad alcune aziende, ma senza ottenere alcun riscontro.
A quel punto, anziché gettare la spugna, mi ricordo del mio “vecchio amore”: la Tunisia.
Iniziamo a cercare aziende tunisine con le caratteristiche necessarie e ne troviamo tante, scoprendo che il settore medico-farmaceutico locale presenta uno dei più alti livelli di sviluppo in Africa.
Sebastiano: Il mio primo viaggio di lavoro in Tunisia risale all’Aprile 2017. Ero un po’ disorientato per le tante differenze culturali, ma in breve tempo mi sono ambientato, ho imparato la lingua e ho scoprendo i tantissimi punti in comune con le abitudini e la mentalità italiana.
Cosa fa Alba Services?
Offriamo consulenza alle imprese del settore biomedicale, in particolare a chi vuole delocalizzare in Tunisia la produzione di dispositivi monouso come kit e articoli per medicazione e intervento (garze sterili, cerotti, tamponi, siringhe) ma anche camici, cuffie e mascherine protettive.
Ci occupiamo anche di supervisionare il controllo qualità relativo all’assemblaggio di dispositivi medici in cleanroom.
Quali sono le opportunità più interessanti per esportare Made in Italy in Tunisia?
Tutto ciò che è legato al lusso, soprattutto nel settore arredamento. Tenendo però conto che i francesi si sono già piazzati ovunque e non è banale competere con loro.
Sulle fasce medio-basse, quasi di ogni categoria merceologica, vanno invece per la maggiore i prodotti turchi.
Quali invece i settori dove investire in Tunisia?
Sicuramente nel settore informatico (es. sviluppo software), per via della presenza di personale qualificato a costi accessibili. Oppure tutto ciò che riguarda il farmaceutico e il biomedicale, in cui siamo specializzati.
Da valutare anche i servizi il mondo della formazione privata. La popolazione tunisina è molto giovane e il tasso di natalità è piuttosto alto.
Questo dato demografico unito al grande valore dato all’istruzione, fa si che le famiglie tunisine siano disposte a spendere molto per l’istruzione dei propri figli. Per via dell’elevata domanda, il settore della formazione privata, di ogni grado, è in piena espansione.
Più in generale in Tunisia, vediamo spazi per tutti quei servizi in grado di portare competenze e servizi di controllo qualità nelle aziende.
Come evitare brutte sorprese nell’investire in Tunisia?
Innanzitutto affidarsi a professionisti seri e qualificati: commercialisti, avvocati, consulenti. Seguire le regole e non pensare di voler scavalcare o ignorare la burocrazia e le leggi perché “tanto siamo in Africa…”
Per chi vuole investire in Tunisia è importante conoscere la lingua francese bene e imparare il dialetto tunisino almeno a livello base, per meglio integrarsi a livello sociale.
In Tunisia, come in tutta la sponda Sud del Mediterraneo, le relazioni interpersonali vengono prima del lavoro. Non c’è niente di strano se all’inizio di un meeting, condotto con calma davanti ad un tè alla menta, viene chiesto come stanno i propri cari e se a casa va tutto bene. La famiglia e un buon matrimonio sono le cose più importanti per il tunisino medio.
Cosa cercano gli imprenditori tunisini in Italia?
Per la Tunisia l’Italia è la porta dell’Europa. I tunisini mettono sempre in evidenza i punti in comune storici e culturali (la Tunisia era il “granaio di Roma”, un imperatore romano fu tunisino e agli albori del Cristianesimo ben tre Papi furono tunisini).
Nel settore agricolo gli imprenditori locali vorrebbero esportare di più verso l’Italia. Olio di oliva, pomodori, peperoni, limoni, arance, ecc. Il rapporto qualità-prezzo è molto vantaggioso rispetto alle produzioni italiane.
Nel settore turistico gli albergatori e gli operatori vorrebbero che gli italiani tornassero a viaggiare per la Tunisia come qualche anno fa.
Purtroppo, dopo la Rivoluzione, l’attentato al Museo del Bardo e oggi Covid il flusso turistico italiano è molto calato. Da qualche anno, invece, sono molto cresciuti i turisti russi.
I vostri progetti futuri?
Espanderci con Alba Services avvalendoci anche della collaborazione di una rete di professionisti locali di alto livello (consulenti fiscali, esperti legali, commercialisti…) e del supporto della Camera di Commercio Italo-tunisina, molto efficiente.
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Per approfondire, ascolta questa intervista in diretta a Bianca e Sebastiano: