Luca Attanasio: per non fermarsi alla cronaca

È stato ucciso la mattina di lunedì 22 Febbraio tra Goma e Rutshuru (North Kivu) Luca Attanasio, 43 anni, Ambasciatore d’Italia in RD Congo.

Nell’assalto hanno perso la vita anche Vittorio Iacovacci, 30 anni, carabiniere della scorta, e Mustapha Milambo, autista che lascia una vedova con quattro figli.

Come prima cosa vorrei porgere le più sentite condoglianze, a nome di tutta la Community ViA, alle famiglie di queste tre vittime. Ahimè solo le ultime di un’infinita lista di sangue nel più grande Paese dell’Africa Centrale.

Per l’occasione, vorrei fare quattro rapide osservazioni.

Cos’è successo? Spazio alle indagini.

Come sempre, i social rischiano di tramutare tutti in diplomatici, esperti di sicurezza, investigatori privati.

La zona dove è avvenuto l’agguato si trova a quasi 2.500km dalla capitale Kinshasa e registra, da decenni, la presenza di numerosi gruppi armati irregolari.

Luca Attanasio

I dubbi da sciogliere sono tanti. La speranza è che gli inquirenti riescano quanto prima a fare piena luce sui fatti, accertando dinamiche e responsabilità.

Nel frattempo, suggerisco di evitare polemiche di cattivo gusto.

Gli emigranti italiani sono (anche) in Congo…

Fa scalpore il video dove Attanasi – ospite di Diego Bianchi – ricordava che una parte significativa della comunità italiana in RD Congo deriva da “migranti economici” verso questo Paese:

Vedo tanti ironizzare, pensando che oggi la situazione sia completamente ribaltata. Che l’Africa sia “un continente in fuga“.

Tutti gli africani vogliono venire in Italia, no?

No. E l’intero continente è anche destinazione di percorsi di immigrazione dall’Italia e dal resto del mondo.

Proprio di RDC avevo parlato in uno dei primi post su questo blog, intervistando Donato Cosimato, giovane imprenditore edile nel Paese.

Nel nostro gruppo Facebook, che ha superato gli 11mila iscritti, abbiamo centinaia di piccoli imprenditori che hanno aperto e fatto crescere aziende in ogni angolo dell’Africa.

Il fatto stupisce solo gli ignoranti che non conoscono la vastità e la potenziale ricchezza di questo continente.

Il valore nascosto

Nato a Saronno (VA), Luca Attanasio era tra i più giovani ambasciatori italiani nel mondo. Classe 1977, dopo una laurea in economia aziendale in Bocconi aveva lavorato in consulenza prima di entrare in diplomazia, con una rapida carriera tra Berna, Roma, Casablanca e Abuja.

Dal 2017 era a Kinshasa, capitale della RD Congo (ex Zaire), prima Capo Missione poi Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario.

In queste poche ore, ho già scoperto diverse persone nella nostra Community che hanno avuto modo di apprezzarne la sua grande competenza e umanità.

Attanasi univa una visione di una diplomazia “moderna” in grado di supportare efficacemente le aziende italiane all’estero alla capacità di dialogare con il mondo sociale e culturale locale.

In questa foto, l’incontro con il compianto coreografo Dorine Mokha e la modella Noella Coursaris:

Luca Attanasio

Sposato con Zakia Seddiki e padre di tre bambine, era presidente onorario dell’associazione Mamasofia fondata con la moglie per occuparsi di donne e bambini in difficoltà a Kinshasa.

Nel 2020 aveva vinto il «Premio internazionale Nassiriya per la Pace» per il suo impegno volto alla «salvaguardia della pace tra i popoli e per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà».

Tante storie come la sua restano nascoste, nella loro eccezionale normalità.

Forse quando emergono è per ricordarci del potere stra-ordinario che ciascuno di noi possiede. Innanzitutto nello scegliere come e dove utilizzare la nostra energia vitale.

Luca Attanasio

L’RDC resta una ferita aperta per il mondo

Questa notizia, che apre TG e giornali, verrà forse letta come un “tragico incidente”. Quelle cose che in un continente “per natura” pericoloso e sanguinario.

Sarebbe invece più opportuno inquadrarlo nella tragedia di un Paese definito uno “scandalo geologico” per l’estrema ricchezza del suo sottosuolo (oro, cobalto, coltan, diamanti, rame solo per citare alcune materie prime) e la miseria della sua popolazione.

Negli ultimi trent’anni in RD Congo, in particolare nelle sue regioni orientali, hanno perso la vita oltre cinque milioni di donne, bambini e uomini nel silenzio assordante del mondo.

Il primo passo resta sempre conoscere, uscire dall’ignoranza.

Per farlo un buon passo è riprendere il discorso che il dottor Denis Mukwege ha pronunciato ritirando il Premio Nobel per la Pace 2018 (nella foto in apertura con Luca e Zakia):

 

Secondo spunto può essere studiare la storia di questo grande Paese, ad esempio leggendo “Congo” di David Van Reybrouck.

La terza e ultima occasione? Diventa membro attivo di ViA Network, il primo spazio virtuale (ma non solo) per imprenditori e professionisti che creano valore con l’Africa.